FAQ fotoepilazione
L’obiettivo che ci si pone è quello di danneggiare permanentemente una quota compresa fra il 15 e il 20% delle unità follicolari esistenti nella zona trattata ad ogni seduta. Per questo motivo, dopo un certo numero di sedute, avremo distrutto quasi tutte le strutture follicolari deputate alla ricrescita del pelo. Nella pratica, le donne prive di squilibri ormonali, ottengono risultati stabili nel tempo che possiamo considerare pressoché definitivi. Negli uomini, anche in quei soggetti che hanno un’alta concentrazione di ormoni stimolanti la crescita del pelo, è possibile osservare, a distanza di tempo, una progressiva riduzione del patrimonio follicolare. L’eventuale modesta e diradata ricrescita di peli sottili e molto chiari, può essere trattata con qualche seduta di mantenimento in base alle necessità.
Quando scegliamo di sottoporci a un trattamento di epilazione permanente, non è molto importante avere rassicurazioni sul tipo di sorgente luminosa che si utilizza, ma piuttosto sulla qualità dell’apparecchiatura utilizzata. Sia il Laser che la Luce Pulsata offrono entrambi ottimi margini di efficacia. Una delle peculiarità della Luce Pulsata rispetto al Laser, consiste nella versatilità di usare lunghezze d’onda variabili al fine di trattare diversi inestetismi in base alla profondità di azione e al tipo di bersaglio da colpire.
L’avvento della commercializzazione di apparecchiature a Luce Pulsata a “basso costo” per un utilizzo domiciliare, ha generato una notevole confusione mediatica, anche tra gli addetti al settore. Nonostante questi trattamenti si basino su concetti vecchi di 30 anni, sapersi orientare e capire con assoluta certezza che cosa è realmente efficace appare molto difficile e ci si chiede, giustamente, se un trattamento casalingo sia paragonabile in termini di efficacia al trattamento effettuato in uno studio medico o da un estetista. Risposte a queste domande sono molto vaghe e in rete non si risparmiano le opinioni di chi è a favore di questo o quel sistema. Le due variabili che in assoluto coinvolgono i servizi che si occupano di questi trattamenti sono la potenza dell’apparecchiatura espressa in Joule/cm2 (Fluenza) e l’esperienza/casistica di chi fa il trattamento: quando entrambe sono elevate, i risultati lo saranno di conseguenza.
Il trattamento consente, emanando un impulso luminoso molto forte in un tempo brevissimo, di propagare un energia termica tale da attraversare la melanina del pelo (nella sua fase di crescita anagen) e distruggere il suo follicolo. Notoriamente ogni zona del nostro corpo ha tempi di rigenerazione pilifera diversi. Questo spiega per quale motivo il nostro cuoio capelluto abbia un elevata percentuale (70%) di papille dermiche in fase anagen (accrescimento e maturazione) con tempi di rigenerazione che variano dai 2 ai 6 anni, diversamente dalle ascelle o dall’inguine dove i tempi di rigenerazione sono molto più brevi (3-4 settimane) piuttosto che il viso (2-3 settimane) mentre le papille di queste zone in fase anagen raggiungono a malapena il 30% ( fonte: Dierickx CC. Hair removal by lasers and intense pulsed light sources. Fitzpatrick RE, Goldman MP. Editors: Cosmetic Laser Surgery. St. Louis(MO): Mosby:2000).
Questo spiega per quale motivo siano necessarie più sedute per ottenere un diradamento soddisfacente, in quanto, fino a che non è stata lesionata la maggior parte del patrimonio bulbare della zona trattata, non è possibile considerare concluso il trattamento. Il viso, in particolar modo mento e baffetto, è uno dei punti che subisce di più, rispetto ad altre aree, l’influenza di variazioni dell’assetto ormonale che si possono manifestare nel corso della vita di una donna. A volte non è necessario che il disturbo possa essere francamente patologico o legato ad alterazioni ovariche (cisti o microcisti) o tiroidee (ipotiroidismo): ad esempio la prolattina, ormone secreto verso le ultime settimane di gravidanza e necessario per la stimolazione dei dotti galattofori alla produzione del latte materno, induce, in molte donne, una stimolazione delle papille dermiche a produrre nuovi peli, soprattutto in zone come viso, seno e pube; A volte anche lievi variazioni del ritmo mestruale, magari neppure rintracciabili all’interno dei normali range di laboratorio, possono comportare una ricrescita importante per la zona del mento, del sottomento e del baffetto. Al di la delle difficoltà legate a situazioni individuali, in tutti i casi e in tutte le zone del corpo, gli effetti che più si notano in seguito anche a un modesto numero di sedute, sono l’assottigliamento del pelo, il rallentamento della ricrescita e il diradamento che sarà tanto più evidente maggiore sarà il numero di sedute sostenute. Questo significa ad esempio che fenomeni come le follicoliti post ceretta saranno completamente eliminati.
Una stima media legata alla casistica internazionale sui trattamenti di epilazione progressivamente definitiva, afferma che il 70/80% del patrimonio bulbare della zona trattata viene lesionato con 6/8 sedute. Essendo una media significa che in molti casi si possono ottenere significativi risultati anche con un modesto numero di sedute, come del resto in alcune situazioni il numero di trattamenti può superare le 10 sedute. La discriminante tra queste situazioni è legata solitamente a disturbi ormonali più o meno marcati che possono dilungare il numero di sedute. Negli uomini, soprattutto quelli che hanno un alta concentrazione di ormoni stimolanti la ricrescita pilifera, il numero di sedute può essere numeroso ma in ogni caso il diradamento progressivo, il rallentamento della ricrescita e l’assottigliamento del pelo consentiranno sempre risultati utili al fine di gestire il problema “pelo” in maniera serena nel lungo periodo.
Generalmente quando si verifica una alterata produzione ormonale, la zona che più risente di queste alterazioni, come abbiamo già detto, è il viso. In situazioni normali, zone notoriamente glabre, nel corpo di una donna, non dovrebbero manifestare crescita di peli. Quando siamo di fronte a fenomeni di irsutismo, le alterazioni più frequenti sono spesso a carico delle ovaie e della tiroide.
Il trattamento di epilazione IPL consente sicuramente di avere degli ottimi risultati in quanto a riduzione delle follicoliti (spesso dovuta all’utilizzo delle pinzette e alla manipolazione, con pratiche poco igieniche, dei conseguenti foruncoli e comedoni), assottigliamento del pelo, rallentamento della ricrescita e diradamento, tutti ampiamente documentati dalla letteratura internazionale. E’ però doveroso ricordare che se alla base di questa crescita vi è un disturbo di tipo ormonale in atto, il nostro organismo, dotato per nostra fortuna (o sfortuna in questo caso), di straordinarie capacità rigenerative, può ancora essere stimolato a produrre una lanugine molto sottile e diradata che non sarà comunque mai uguale alla situazione di partenza. In questi termini i risultati possono sicuramente essere definiti apprezzabili. In ogni caso l’eventuale ricrescita può essere gestita e trattata nel lungo periodo con qualche seduta una volta ogni tanto in base alla necessità individuale. Qualora ci si trovi di fronte ad una alterazione di tipo ormonale, una consulenza ginecologica o un consiglio del vostro medico di medicina generale può essere di aiuto per capire da dove possa nascere il problema. A volte se esso è di origine ovarica, la cosiddetta pillola estro-progestinica può sicuramente sedare i flussi ormonali instabili, valutando però con molta attenzione il rapporto rischi benefici che questa terapia può comportare a fini puramente estetici. Diversamente, in tutti i casi, anche in quelli più compromessi dal punto di vista ormonale, il tronco del corpo e gli arti sono le zone che rispondono meglio ai trattamenti rispetto al viso. Ogni caso è assolutamente unico nel suo genere ed è impossibile standardizzare per chiunque lo stesso grado di efficacia.
La ricrescita può variare in base alla zona da trattare ma in linea di massima ogni trattamento va ripetuto a distanza di un mese l’uno dall’altro. In seguito ai primi 5/6 trattamenti, la ricrescita, che sarà più modesta e rallentata, potrà essere gestita a distanza di 2/3 mesi ottenendo un diradamento soddisfacente, oppure sostenendo dei trattamenti di ritocco in base alla necessità 2/3 volte l’anno. Anche se è un obiettivo raggiungibile, diventare glabri non è facile. Ciò non significa che la rimozione della parte più grossolana del problema non possa portare giovamento e soddisfazione a chiunque sostenga il trattamento.
Rispetto ai primi anni di introduzione di queste tecniche epilatorie, l’approccio, soprattutto nei casi più gravosi legati a stimolazioni ormonali importanti, è completamente cambiato. Inizialmente si andava ad oltranza sino alla completa eliminazione dei bulbi nel tentativo di ottenere un effetto completamente glabro. Diversamente, negli ultimi anni si consiglia di iniziare con le prime 5/6 sedute intervallate di un mese l’una dall’altra, gestendo in seguito le eventuali ricrescite con 2/3 trattamenti l’anno magari in prossimità della pausa estiva. La modesta ricrescita che avviene in seguito può essere gestita con calma con trattamenti di ritocco una volta ogni tanto in base alle necessità individuali.
La sensazione avvertita generalmente viene descritta come un piccolo pizzicotto. Di solito, nelle zone molto innervate come quelle attorno alle labbra, nell’incavo dell’interno coscia oppure nelle zone centrali delle ascelle, questa sensazione può essere avvertita più o meno intensamente in base anche alla densità pilifera. Se si esegue il trattamento in una zona glabra non si sente assolutamente nulla se non una leggera sensazione di calore. La sensazione avvertita deriva proprio dalla propagazione del calore a livello del bulbo, grazie alla melanina del pelo, e alla sua conseguente lesione. Ovviamente il trattamento non è una tortura ed in ogni momento ci si può fermare ed affrontarlo con calma e in assoluta serenità. Di solito la prima volta in cui si sostiene la seduta, non sapendo con esattezza che cosa ci si debba aspettare dal trattamento, il panico sembra prendere il sopravvento, legato al fatto che il fastidio percepito può far pensare a chissà quale evento catastrofico. Al termine della seduta però, quando ci si rende conto che, al di la di un po di irritazione, non è successo nulla di così straordinario, la frase più comune che si sente dire è: ”beh, tutto qua?”
La durata dipende dall’estensione dell’area da trattare. Da una decina di minuti per piccole aree come viso o inguine o ascelle sino a trattamenti più lunghi come gambe, schiena, petto o addome per i quali i tempi variano da 45 minuti a 1 ora e mezza.
Il pelo, che appare bruciato nella sua parte esterna cadrà, sfilandosi autonomamente dalla pelle nei giorni successivi al trattamento (7/10 giorni). Se avete necessità di rimuovere immediatamente ciò che rimane dei peli trattati, è possibile effettuare una ceretta di pulizia, possibilmente a distanza di 24 ore dal trattamento e/o al termine del processo irritativo; in quel caso è bene non stressare ulteriormente i tessuti e attendere che l’irritazione sia completamente scomparsa. Di norma, l’eventuale irritazione (eritema) più o meno evidente in base alla soggettività di ciascuno, tende a regredire in un arco di tempo che varia da qualche decina di minuti a qualche ora. A domicilio può essere utile l’utilizzo di creme lenitive a base di zinco o calendula nelle manifestazioni più lievi. Nelle irritazioni più importanti su indicazione medica può essere di aiuto un applicazione di creme a base cortisonica ed antibiotica (esempio: Gentalin-Beta).
Motivazioni normative e di buon senso vietano trattamenti di questo tipo durante la gravidanza e l’allattamento.
Uno dei fattori da non sottovalutare quando si decide di sottoporsi a trattamenti IPL è l’assunzione di farmaci e l’applicazione di cosmetici, lozioni e profumi che potrebbero avere effetti foto sensibilizzanti sulla cute.
Esempi di farmaci foto sensibilizzanti appartengono alle seguenti categorie: – alcuni antibiotici (dossiciclina, tetraciclina) – alcuni antidepressivi (imipranina, amitriptilina) – molti antistaminici (prometazina, clorfeniramina, terfenadina) – contraccettivi orali (estrogeni e progestinici) – alcuni antinfiammatori non steroidei, in linguaggio specialistico definiti FANS (Piroxicam, Ketoprofene, Diclofenac, Nimesulide) – alcune sostanze esfolianti come ad esempio quelle per i peeling. – cosmetici a base di alcuni derivati della vitamina A (i cosiddetti retinoidi). In genere è sufficiente consultare il foglietto illustrativo. Anche gli stupefacenti, tipicamente la cocaina, possono avere effetti foto sensibilizzanti (anche se in questo caso non c‟è il foglietto illustrativo!).
Quando si parla di costi è veramente difficile far capire per quale motivo lo stesso trattamento, possa avere prezzi così diversi tra i vari servizi che lo erogano. Come sempre il mercato detta legge ed è giusto che sia così. Attenzione però: le tecniche per dilungare il numero di sedute possono ampiamente compensare i costi molto bassi di ogni singola seduta. Al momento del colloquio DermalAid verranno stabiliti i costi in base alla zona da trattare, garantendo che le tecniche utilizzate consentino di ottenere il miglior risultato possibile nel più breve tempo possibile!