FAQ verruche cutanee
Le verruche impiegano molto tempo a manifestarsi. In genere possono passare da uno a otto mesi prima che appaiano in modo evidente sulla pelle. Sin da subito possono essere riconosciute dalla formazione di un piccolissimo puntino rosso, segno di una dilatazione capillare puntiforme che svanisce sotto la pressione di un dito ma che ricompare subito dopo, non appena lo si toglie. In alcuni casi possono dar luogo ad una leggera sensazione di dolore, come se fossimo punti da in piccolo spillo proprio in quel punto.
In alcuni rari casi, se le difese immunitarie riescono ad aggredire subito il virus, l’escrescenza che si forma in seguito all’infezione rimane di modeste dimensioni e tende a non svilupparsi. Ma se aumenta di dimensioni significa che il sistema immunitario non è riuscito a contenerla adeguatamente. Questo succede spesso nei bambini e negli adolescenti in quanto non ancora preparati, da un punto di vista immunitario, a riconoscere il virus.
Le zone tipiche di queste infezioni sono principalmente a carico della pianta del piede e del palmo delle mani, dove in un primo momento il virus attecchisce proprio per l’elevata facilità di queste zone ad avere contatto con sorgenti infette. Da queste zone il virus può essere trasportato in qualunque parte del corpo ed insediarsi come infezione secondaria, sviluppando le stesse escrescenze. Anche gomiti e ginocchia sono zone nelle quali possono manifestarsi con una certa frequenza, a causa della tendenza di quei lembi di tessuto a formare anche lievi ulcerazioni, permettendo l’insediamento del virus.
In generale, per qualsiasi forma di affezione, non è facile essere obiettivi ed avere le competenze per gestire al meglio la situazione. Google dà moltissime risposte al riguardo ma spesso le stesse sono equivoche e generano confusione. Questo non significa che in qualche caso non sia possibile gestire autonomamente la verruca. Il più delle volte però il rischio di generare delle sovra infezioni, infettare altre aree o moltiplicare ulteriormente il numero di verruche è sempre dietro l’angolo.
In linea di principio si. Subentrano poi, in un secondo momento, tutte le variabili soggettive che tendono a complicare anche le situazioni più semplici. Trattandosi infatti di un un infezione ad opera di un virus, e non di una semplice asportazione di una escrescenza, il rischio di recidive e di contaminazioni è estremamente elevato. Rimane da valutare quindi se è più semplice delegare ad un esperto l’asportazione di un numero contenuto di verruche o di coinvolgerlo in un secondo momento per curare i pasticci di una cura fai da te.
Nelle verruche superficiali trattate con il laser si avverte una sensazione di calore localizzata per un tempo brevissimo. Anche la ripetizione dell’impulso non genera mai una sensazione di dolore così intensa. Nelle verruche plantari, sviluppandosi verso l’interno, è necessario essere un po’ più incisivi e gestire l’eventuale disagio con creme e ghiaccio anestetici. Il trattamento in ogni caso viene effettuato attraverso modalità che consentano al paziente un confort generale assoluto, utile a impedire che l’emotività del momento possa amplificare anche un disagio assolutamente gestibile.
Diversamente da molti trattamenti che prevedono l’utilizzo del Laser, nel caso delle verruche non vi sono limiti che impongano l’effettuazione del trattamento in particolari momenti dell’anno. Il momento ideale rimane sempre “il prima possibile” al fine di intervenire immediatamente ed impedire eventuali contaminazioni secondarie, per se e per gli altri.
In seguito al trattamento, in corrispondenza della lesione, può evidenziarsi una crosticina, indice della vaporizzazione dell’escrescenza verrucosa. In altri casi, soprattutto quando la verruca è recente e non ha ancora formato la tipica escrescenza callosa, è possibile la formazione di una piccolissima bolla in seguito al trattamento. In ciascuno dei due casi è fondamentale effettuare delle toccature con una garza imbevuta di ipoclorito di sodio al 5% (candeggina) in tutta la zona trattata, due volte al giorno per circa 5/6 giorni. Nel caso delle bollicine, è importante evitare di toccarle e soprattutto di romperle. Nel corso dei giorni successivi anche le bolle tenderanno a seccarsi sino a quando il lembo di tessuto irradiato dal laser non si esfolierà completamente, lasciando spazio ad una pelle sana e rosea. Nel caso, per qualsiasi motivo, la bolla si rompa, è necessario effettuare delle toccature con una garza imbevuta di ipoclorito di sodio al 5% (candeggina) sulla zona trattata. Eventualmente se la zona interessa le mani o i piedi, come nella maggior parte dei casi, vale la pena bagnarli con ipoclorito di sodio al 5% (candeggina), lasciando agire il prodotto per almeno 1-2 minuti. Al termine della procedura, sciacquare abbondantemente con acqua corrente la zona interessata. Nei casi in cui la lesione verrucosa sia recente e generi il fastidioso dolore puntiforme, in seguito al trattamento lo stesso dolore tenderà a scemare sino alla sua completa scomparsa. Nel caso, per qualsiasi motivo, lo stesso dolore compaia nella stessa zona o in altre aree, è necessario avvisare il personale preposto per l’effettuazione un nuovo trattamento.
Qualsiasi reazione non prevista dal presente consenso informato o comunque qualsiasi dubbio relativo alla gestione del decorso post trattamento, devono essere segnalati al personale di riferimento per gli interventi e i chiarimenti necessari.
Considerando che le verruche costituiscono un fenomeno estremamente contagioso, è evidente quanto sia importante prendere le dovute precauzioni per evitare di contrarre (o di trasmettere) il papilloma virus per contatto diretto o indiretto. A tale scopo, le linee precauzionali più importanti per limitare il dilagare dell’infezione sono:
- Indossare le infradito quando si utilizzano bagni, docce e spogliatoi comuni;
- Bagnare per un minuto mani e piedi con ipoclorito di sodio 5% (candeggina) nel caso non abbiate utilizzato le ciabatte in piscina o nel caso abbiate toccato il pavimento di un luogo pubblico. Pur non annullando il rischio di infezione, vale sempre la pena di tentare;
- Evitare l’utilizzo promiscuo di oggetti da toeletta (tagliaunghie, lime, rasoi et.) asciugamani e calzini;
- Lavare gli indumenti (asciugamani, calzini, scarpe da tennis, et.) con idonei additivi disinfettanti e, per lo stesso motivo, avere cura di utilizzare sempre il proprio asciugamani, differenziando quello per il viso da quello per il bidè, al fine di evitare contaminazioni alla zona genitale o ad altri componenti del nucleo familiare;
- Cambiare i calzini tutti i giorni;
- Arieggiare le scarpe dopo averle indossate;
- Tenere i piedi puliti ed asciutti;
- Non graffiare le verruche plantari per minimizzare il rischio di diffusione dell’infezione;
- Utilizzare ipoclorito di sodio al 5% (candeggina) per la pulizia del bagno comune;
- Evitare di utilizzare aghi roventi o qualsiasi altro metodo “fai da te” nel tentativo di curarle. Il rischio è inevitabilmente quello di contaminare altre aree o persone.
Tali precauzioni valgono sempre e soprattutto quando si effettuano i trattamenti per la cura delle verruche.
Pur attribuendo loro una blanda azione disinfettante, aglio tritato e succo di limone non consentono l’eradicazione delle verruche. Anche il latte di fico, pur avendo un azione cheratolitica utile alla lesione superficiale della verruca, non consente l’eradicazione profonda e totale della lesione, aumentando in alcune situazioni il rischio di infezioni secondarie in prossimità dell’area trattata. Anche l’utilizzo di alcool denaturato, puro o in combinazione ad altri agenti disinfettanti, non consente l’eradicazione della verruca.
Come per tutte le infezione che interessano il nostro corpo è evidente che una funzione importante nella gestione dell’infezione è data dal sistema immunitario. Qualsiasi sua riduzione di attività, a causa di terapie cortisoniche molto pesanti ad esempio, oppure nel caso di patologie che lo interessano direttamente (es. AIDS) o comunque qualsiasi condizione, anche temporanea, di calo delle difese immunitarie, può influire nel processo di guarigione dalle lesioni verrucose.